"Come ci spiegano gli esperti e gli storici le radici del conflitto tra sunniti e sciiti sono lontane nel tempo e sono oggi inasprite da ragioni economiche e geopolitiche. La crisi in corso, scatenata dalle esecuzioni capitali che il regime di Riad ha eseguito uccidendo 48 oppositori, tra cui un imam sciita, è molto grave e rischia di infiammare un'area già carica di conflitti e tensioni. Bene hanno fatto il Segretario di Stato USA Kerry e l'Alto Rappresentante per la politica estera europea Mogherini a rivolgere un richiamo severo e deciso all'Arabia Saudita e un invito alla moderazione all'Iran. Il 2015 ha visto la firma dello storico accordo sulle armi nucleari con l'Iran e una prima importante intesa tra le parti per aprire una transizione in Siria e combattere così il terrorismo dello Stato Islamico. La comunità internazionale e l'intero mondo mussulmano non possono permettersi di far fallire questi positivi processi e per questo occorre una reazione politica e diplomatica ferma per ridurre le tensioni ed impedire che prevalgano le forze radicali nella regione".