• Marina Sereni

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  • 16 maggio 2024

    LA SANITA' PUBBLICA AL BIVIO: UNA LEGGE E QUATTRO PRINCIPI PER COSTRUIRE IL SUO RILANCIO.

     

     

     

     

    Vi propongo il mio articolo ospitato ieri sul quotidiano "Domani"

     

    Sono iniziate presso la commissione Affari sociali della Camera le audizioni sulla proposta di legge a prima firma Elly Schlein tesa a incrementare gradualmente l’investimento per la salute fino a raggiungere la media europea del 7,5 per cento del Pil, ad abolire il tetto di spesa per il personale, a promuovere un grande piano di assunzioni di medici, infermieri, tecnici necessari per abbattere le liste d’attesa e rilanciare il Servizio sanitario nazionale.


    La proposta riprende il testo approvato in quattro consigli regionali, di colore politico diverso, e raccoglie un allarme diffuso, rilanciato recentemente con grande autorevolezza da alcuni scienziati tra cui il Nobel Parisi in un appello accorato: «Non possiamo fare a meno del servizio sanitario pubblico! La vera emergenza è adeguare il finanziamento del Servizio sanitario nazionale agli standard dei paesi europei avanzati. È urgente e indispensabile, perché un Ssn che funziona non solo tutela la salute, ma contribuisce anche alla coesione sociale».


    EREDITÀ

    Voglio su questo essere chiara: il definanziamento del Ssn non nasce con questo governo. I numeri sono eloquenti e abbiamo sempre ammesso che anche il centrosinistra – che pure ereditò dal centrodestra un Paese sull’orlo del default finanziario! – è ricorso a riduzioni della spesa sanitaria. Ma nel periodo della pandemia abbiamo tutti toccato con mano le fragilità che affliggono il nostro Ssn, considerato tra l’altro ancora tra i migliori al mondo, e proprio per questo il Pd fece ogni sforzo per incrementare in modo importante la spesa sanitaria raggiungendo il 7 per cento del Pil.


    Pensavamo di poter considerare definitivamente chiusa la stagione del definanziamento della sanità, che invece purtroppo con il governo Meloni è ripreso, come mostra il trend della spesa sul Pil, già scesa al 6,4 per cento e destinata a calare fino a un misero 6,2 nel 2026.


    Così aumentano in modo inaccettabile le liste d’attesa e le diseguaglianze tra i cittadini (tra ricchi e poveri, tra Nord e Sud, tra aree interne e centri urbani) e la sempre più preoccupante fuga dei professionisti.


    Ecco perché il Pd ha chiesto di discutere con urgenza la “Legge Schlein”, su un tema cruciale per la vita quotidiana di tutti.


    Bastano più risorse e più personale per risolvere tutti i problemi della nostra sanità? Certamente no. Sono però la precondizione per poter affrontare una prospettiva di riforma più complessiva del nostro Ssn. Necessaria e urgente, perché non basta più un’azione di ordinaria manutenzione. I cambiamenti intervenuti nella società dall’istituzione del Ssn sono enormi.


    L’invecchiamento della popolazione, le famiglie più piccole, l’aumento enorme delle cronicità, il progresso scientifico e tecnologico: tutto questo richiede un insieme di riforme, da fare nel segno dell’equità, dell’appropriatezza, della sostenibilità.


    I PRINCIPI

    Riforme che consentano di aggiornare i principi di universalità, eguaglianza e solidarietà alla base della nascita del Ssn. Alcuni titoli.


    Più prevenzione, cioè lotta alla povertà e all’esclusione sociale come causa prima delle malattie, promozione di stili di vita sani, tutela dell’ambiente come parte essenziale della tutela della salute, equità ed efficienza nell’organizzazione dei servizi di screening e vaccinazioni.


    Più prossimità, con la creazione di una nuova rete di servizi territoriali attraverso le case di comunità, gli ospedali di comunità e le centrali operative territoriali, per le quali vanno spese (e non tagliate!) le risorse del Pnrr e previsti i necessari investimenti in termini di risorse umane e professionali.


    Più integrazione tra sanitario e sociale, per dare risposte ai bisogni delle persone più fragili e delle loro famiglie, a cominciare dalle persone anziane non autosufficienti e dalle persone con disabilità. Il governo ha tagliato i fondi anche per queste fasce e ha tradito la riforma sulla non autosufficienza.


    Più attenzione alla salute mentale e al benessere psicologico, oggi fortemente in crisi anche per l’aumento dei disturbi, in particolare tra bambini e bambine e adolescenti. Rilancio dei consultori, come presidio per la salute riproduttiva della donna e come servizio volto alla piena applicazione della legge 194 e al rispetto della libertà di scelta delle donne.


    Siamo a un bivio. Noi proponiamo di imboccare con decisione la strada del rilancio di un Servizio sanitario finanziato principalmente dalla fiscalità generale e in cui le istituzioni pubbliche esercitano pienamente il ruolo di programmazione e la regia dell’organizzazione della rete dei servizi, in un rapporto corretto e non squilibrato con il privato.

     

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